SCHEDA DI PRESENTAZIONE VARIANTI DELLA MESSA
di mons. Claudio Magnoli
Il 29 novembre 2020, I domenica dell’Avvento romano e III domenica dell’Avvento ambrosiano, entra in vigore in tutte le Diocesi lombarde la terza edizione del Messale Romano, che va a toccare lo stesso RITO DELLA MESSA CON IL POPOLO, altrimenti detto Ordinario della Messa.
MUTAMENTI TESTUALI COMUNI (romano-ambrosiani)
1) La formula penitenziale Confesso a Dio onnipotente prevede il modulo inclusivo fratelli e sorelle. Questo modulo, esplicitato come opportuno anche nelle varie monizioni lungo la celebrazione, ritorna doveroso nelle preghiere eucaristiche al momento della commemorazione dei defunti.
commento esplicativo
L’aggiunta di «sorelle» «risponde a un preciso criterio di verità delle realtà umane… La normale assemblea liturgica… è infatti composta di uomini e donne». Se finora bastava parlare di «fratelli» per includere tutti, maschi e femmine, i vescovi italiani, a motivo della sensibilità ecclesiale e civile odierna, hanno ritenuto opportuno esplicitare il riferimento alla parte femminile dell’assemblea liturgica per meglio evidenziare, davanti Signore e alla comunità, la pari dignità dell’uomo e della donna.
2) Il canto (recitazione) del Gloria, cambia l’espressione uomini di buona volontà con uomini, amati dal Signore.
commento esplicativo
Il motivo del cambiamento è squisitamente biblico. Il testo greco del canto degli angeli nel testo greco [Lc 2, 14] usa l’espressione «agli uomini della (sua) benevolenza», che l’ultima versione ufficiale (Bibbia CEI 2008), traduce: «Agli uomini che egli ama».
3) La preghiera del Signore (Padre nostro) rende di uso liturgico, nella parte finale: «… come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male».
commento esplicativo
Perché andare a toccare la versione italiana in uso nella liturgia della Messa dall’inizio degli anni ’70 del secolo scorso e, ancor più, retaggio dell’educazione catechistica di intere generazioni? La scelta dei vescovi– «non risponde alla necessità di una fedeltà materiale al testo greco [Mt 6, 13], ma a una scelta di carattere pastorale». Il verbo usato da Matteo («eisféro»), significa «portare verso» o «portare dentro» e quindi anche «indurre» in senso etimologico. Il problema nasce dal fatto che «al nostro orecchio moderno l’espressione “indurre in tentazione” porta a pensare che il Padre… spinga, e in qualche modo provochi alla tentazione, consegnando un’immagine di Dio non pienamente evangelica». Ecco allora la ricerca di moduli espressivi diversi da quello in uso). La scelta italiana ha preferito “e non abbandonarci alla tentazione” come espressione che esprime allo stesso tempo 1) la richiesta di “essere preservato dalla tentazione” e 2) di “non essere abbandonato alla forza della tentazione”. Va infine aggiunto che, per fedeltà al greco e al latino, anche l’italiano aggiunge un “anche” (“come anche noi”). È la scelta migliore? Il tempo ce lo dirà.
Quello che possiamo fare oggi è educarci alla nuova formula, sapendo che il significato non è contrappositivo (finora abbiamo pregato sbagliato), ma chiarificatore e facilitatore (quello che abbiamo detto per molto tempo è più facilmente comprensibile nel suo giusto significato).
4) L’invito alla comunione, che prevede la risposta dei fedeli O Signore, non sono degno…, è riformulato come segue: «Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello».
commento esplicativo
La nuova formulazione riallinea l’italiano al latino (Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccáta mundi. Beáti qui ad cenam Agni vocáti sunt). In tal modo la dichiarazione circa l’identità del pane consacrato torna in primo piano, mentre la beatitudine rivolta a coloro che sono invitati alla comunione va a chiudere l’invito stesso.
Se il rovesciamento delle due parti frenerà per qualche tempo l’intervento tempestivo dei fedeli, che sarà riattivato grazie al supporto di una Voce Guida, un commento specifico merita la nuova formulazione della beatitudine (beati gli invitati alla cena dell’Agnello). La dimensione liturgico sacramentale (il banchetto eucaristico) si apre così alla «profezia del banchetto escatologico, la tavola del regno promessa da Cristo: “Io preparo per voi un regno… perché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno” [Lc 22, 2])».
5) Le Preghiere Eucaristiche II, III e IV – come pure, in Appendice, le Preghiere Eucaristiche della Riconciliazione e la Preghiera Eucaristica «Per varie necessità» nella sua quadruplice forma – si presentano con diverse revisioni testuali «là dove una maggiore fedeltà al testo latino apportava una maggiore precisione nel contenuto e un arricchimento di significato». Non è stata invece toccata la versione ambrosiana in italiano della Preghiera Eucaristica I, che già si distanziava qui e là dalla romana.
– nell’intercessione per i defunti “e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza” diviene “e, nella tua misericordia, di tutti i defunti”, evitando quell’affidarsi dei defunti alla clemenza divina che creava difficoltà ad alcuni sacerdoti.
- La benedizione del ministro straordinario della comunione eucaristica è stata portata all’interno dei riti di comunione, prima dell’invito alla comunione. Essa diventa ordinaria, come per il lettore, perché davanti alla comunità sia evidente che egli svolge il suo ministero con un mandato ecclesiale e con l’aiuto della grazia divina.
- In Appendice è stata riportata la Preghiera Eucaristica per le messe «per varie necessità» (un tempo chiamata «svizzera») nella sua quadruplice forma, rendendola ufficialmente disponibile anche all’uso ambrosiano. Il suo testo, significativamente modificato rispetto alla versione riportata nel Messale Romano del 1983, è utilizzabile esclusivamente quando si celebrano messe «per varie necessità» e la rubrica introduttiva a ciascuna delle quattro forme suggerisce le più adatte all’utilizzo di ciascuna di loro:
- La Chiesa in cammino
“Si può convenientemente utilizzare con i formulari delle Messe per la Chiesa, per il Papa, per il Vescovo, per l’elezione del Papa o del Vescovo, per un Concilio o un Sinodo, per i sacerdoti, per il sacerdote celebrante, per i ministri della Chiesa, per una riunione spirituale o pastorale, per l’unità dei cristiani”.
- Dio guida la sua Chiesa sulla via della salvezza
“Si può convenientemente utilizzare con i formulari delle Messe per la Chiesa, per le vocazioni agli ordini sacri, per i laici, per la famiglia, per i religiosi, per le vocazioni alla vita religiosa, per chiedere la virtù della carità, per i parenti e gli amici, per ringraziamento”.
III. Gesù via al Padre
“Si può convenientemente utilizzare con i formulari delle Messe per l’evangelizzazione dei popoli, per i cristiani perseguitati, per la patria o la comunità civile, per le autorità civili, per gli organismi soprannazionali, all’inizio dell’anno civile, per il progresso dei popoli”.
- Gesù passò beneficando
“Si può convenientemente utilizzare con i formulari delle Messe per i profughi e gli esuli, per i migranti, per la fame nel mondo, per coloro che ci affliggono, per i prigionieri, per i carcerati, per gli infermi, per i moribondi, per chiedere la grazia di una buona morte, per qualunque necessità”.
CONCLUDENDO
I singoli cambiamenti da soli possono risultare piccola cosa.
– Per noi sacerdoti e diaconi è un’occasione per riprendere un contatto più vivo con i testi liturgici nella loro valenza ecclesiale (è la Chiesa nel suo insieme che prega così) e spirituale.
– Per i fedeli laici è un’opportunità di rinnovata formazione liturgica per una «piena, consapevole e attiva partecipazione» (Sacrosanctum Concilium, n. 14).