Milano 5 aprile 2020
Domenica delle Palme
Inizio della “Settimana Autentica”
Carissime famiglie,
la vita in queste ultime settimane ci sta chiedendo un profondo cambiamento, materiale e spirituale, psicologico e comportamentale. Non più padroni delle nostre scelte, siamo chiamati a vivere in uno spazio limitato e, pur con qualche ritrosia, ci siamo adattati, consapevoli che la vita va protetta, ad ogni costo e sempre!
Ci è stata data, così, un’inattesa opportunità: restituire verità e concretezza a tanti valori proclamati a voce e per iscritto, ma non sempre trasformati in esperienze e prassi concrete.
Uno fra tutti, la centralità della famiglia.
All’inizio della Settimana Santa desidero scrivere una lettera a voi genitori e ai vostri figli, destinatari di un altro bel messaggio di Papa Francesco per la odierna Giornata Mondiale della Gioventù dal tema: Giovane, dico a te, alzati! (cfr. Le 7,14)
Un invito coraggioso, già commentato nella Esortazione apostolica Christus vivit: «Se hai perso il vigore interiore, i sogni l’entusiasmo, la speranza e la generosità, davanti a te si presenta Gesù come si presentò davanti al figlio morto della vedova, e con tutta la sua potenza di Risorto il Signore ti esorta: “Ragazzo, dico a te, alzati!”» (n. 20).
Rialzarsi è vivere questo tempo con impegno e sacrificio perché nulla è più sacro della vita e nulla ha più valore dell’esistere. La vita va protetta più di ogni altra cosa, perché in nome di una presunta libertà noi potremmo non comprenderne più la sua sacralità.
I nostri giovani ne sono ora più consapevoli?
Rialzarsi è diventare responsabili e quindi adulti, perché finalmente ciò che ameremo di più, alla fine di questa triste esperienza, sarà la vita, da riscoprire nel suo mistero, da rispettare in tutte le sue forme, da stupirci per la sua varietà e le sue manifestazioni.
I nostri giovani ne faranno esperienza con noi adulti?
Sì, perché sarà la famiglia a rialzarsi per fare dei valori e delle tradizioni la sua propria ricchezza, da trasmettere con fedeltà e da proteggere con vigore.
Cari genitori, quando vi siete sposati vi è stato chiesto: «Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa?». La citazione del rito cristiano, anche dinanzi alle ferite e alle sofferenze di matrimoni venuti meno, resta sempre vera.
E quando avete chiesto il battesimo dei vostri figli, sacramento donato dalla Chiesa indipendentemente dalla condizione matrimoniale, vi è stato chiesto: «Cari genitori, chiedendo il battesimo per vostro figlio voi vi impegnate ad educarlo nella fede. Siete consapevoli di questa responsabilità?».
In ambedue i casi avete risposto «Sì».
Sì, perché a voi appartiene il compito dell’educazione alla fede. Non si tratta di sapere nozioni o sentirsi preparati, ma di accompagnare i vostri figli nella vita quotidiana, che è vita affettiva, vita culturale, vita spirituale.
Il momento attuale e la situazione che stiamo vivendo riassegnano pienamente a voi il ruolo educativo, talora delegato con superficialità ad altri. Noi stessi, preti e catechisti, talvolta travalicando lo spirito di collaborazione ci siamo sostituiti a voi. Siamo tutti preziosi, ma non sufficienti.
Anche sollecitati da noi, in questo tempo avete riscoperto la bellezza e la creatività di pregare insieme ascoltare e commentare il Vangelo, parlare dei Sacramenti, sensibilizzare all’aiuto reciproco, esercitando davvero il mandato affidato dal Signore a tutti i cristiani: siate padri e madri nella fede.
Approfitto di questo straordinario incontro epistolare per condurvi idealmente con me nella Galleria degli Uffizi a Firenze, dov’è esposta un1 opera che a distanza di secoli continua ad esercitare un fascino straordinario: è la Primavera di Sandro Botticelli.
I motivi di questa mia scelta sono due. È innanzitutto un capolavoro che testimonia un momento storico di rinascita delle arti e di recupero della tradizione classica.
Anche a noi è chiesto di rialzarci e rinascere alla bellezza radicata nella nostra storia. Rialzarci e raccogliere i “fiori” che Flora, la primavera, elargisce generosa a tutti, immagine della speranza insita nella stagione bella in cui cade la Pasqua, forza di una fede che ha potere rigenerativo .
Sembra, inoltre, che il dipinto sia stato realizzato per celebrare un matrimonio nella famiglia dei Medici e le tre Grazie rappresentano, secondo la tradizione antica, i tre aspetti dell’amore: castità, bellezza e passione. Sono proprio i canoni della famiglia: intimità del matrimonio e felicità, apertura alla vita e protezione degli affetti più sacri. Quell’intreccio di relazioni positive tra i personaggi e quella diversità di fiori e di piante narrano i doni che ognuno porta con sé, condividendoli con gli altri. Nei processi educativi, infatti, non ci sono maestri perché a parlare è la vita, la nostra vita, è la fede, la nostra fede, è la saggezza, la nostra saggezza, dettate tutte unicamente dall’amore. Il dipinto, infine, trasmette armonia e bellezza perché i colori, le movenze, le situazioni comunicano semplicità e verità. Così l’educazione alla fede non richiede lezioni, orari, ruoli, perché la fede viene trasmessa dalla fede, come la vita dalla vita, come l’amore dall’ amore .
A trasmettere Gesù ai piccoli sono gli sguardi e le carezze, sono la cura e l’attenzione, sono i rimproveri e perfino i difficili ma salutari “no” ad ogni richiesta, ad ogni capriccio. È la vostra vita di papà e di mamma a rendere presente il Signore e a rigenerare la famiglia come una bella festa di primavera.
Tra i vari fiori del dipinto è possibile scorgere il fiore d’arancio, simbolo delle nozze e del matrimonio. Anche nel vostro bouquet c’era forse quel piccolo fiore che dà all’aria di primavera un profumo ricco e inebriante. Lo stesso profumo che la Pasqua, pur nel chiuso delle nostre case, lontani dalle celebrazioni comunitarie, ricche di segni e di significati, inonderà i nostri cuori, facendoci sentire ancora comunità viva e pulsante.
Carissimi, noi restiamo a vostra disposizione, riscoprendo insieme l’antica prassi della Chiesa che affidava ai genitori il dono di generare alla fede.
La rinuncia che ci apprestiamo a compiere della possibilità di celebrare insieme il mistero della morte e resurrezione del Signore (non ci saranno celebrazioni nella chiesa parrocchiale) ci rattrista e ci amareggia, ma la compiamo con animo pronto per la salvaguardia della salute e la offriamo al Signore come vera penitenza.
Il Signore ci accompagni con la sua benedizione, perché insieme possiamo raccontare ai piccoli e comunicare ai giovani ciò che Dio opera con noi e attraverso di noi.
Il vostro Parroco
La confessione pasquale
Riportiamo le indicazioni del Vicario Generale della Diocesi:
“Poiché si verificherà l’impossibilità di celebrare il sacramento della penitenza, per la ragionevole e responsabile prudenza legata all’emergenza sanitaria, si ricordi quanto la Chiesa insegna: quando si è sinceramente pentiti dei propri peccati, ci si propone con gioia di camminare nuovamente nel Vangelo e, per un’impossibilità fisica o morale, non ci si può confessare e ricevere l’assoluzione, si è già realmente e pienamente riconciliati con il Signore e con la Chiesa (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1451-1452).
Pertanto, a misura della sincerità del pentimento e del proponimento, nell’intimità con il Signore si faccia:
- un atto di profonda contrizione
- si scelga un gesto di penitenza che in qualche modo ripari al male commesso e rafforzi la volontà di servire il
- Non appena venga meno quell’impossibilità, si cerchi comunque un confessore per la confessione e l’assoluzione.
L’impossibilità di celebrare il sacramento non impedisce alla misericordia infinita di Dio di raggiungere, perdonare, salvare ogni suo figlio, ogni sua figlia”.
+Franco Agnesi
Vicario Generale
Pertanto, non è data la possibilità delle confessioni individuali.
Nella settimana in preparazione alla Solennità di Pentecoste (31 maggio), a Dio piacendo, offriremo a tutti la possibilità della confessione.
Predisporremo turni per i ragazzi del catechismo, per i giovani e per gli adulti con la presenza di diversi sacerdoti.
Offriamo al Signore anche questa dolorosa rinuncia.
la Settimana Autentica in famiglia
Non ci saranno celebrazioni in chiesa, ma come comunità parrocchia ci uniamo al pastore della Diocesi
Arcivescovo Mario
- Domenica 5 aprile – ore 11.00 – Domenica delle Palme
- Giovedì 9 aprile – ore 17.30 – Cena del Signore
- Venerdì 10 aprile – ore 15.00 – Passione del Signore
- Sabato 11 aprile – ore 21.00 – Veglia Pasquale
- Domenica 12 aprile – ore 11.00 – Pasqua di Resurrezione
Le modalità per seguire in diret ta:
- Chiesa TV – Canale 195 digitale terrestre
- Portale diocesano – www.chiesadimilano.it
- Canale YouTube – www.youtube.com/chiesadimilano (visibile da Pc, Tablet, Smartphone e Smart TV)
- Radio Marconi
- Radio Mater (per streaming e frequenze www.radiomater.org)
Sussidi per la preghiera in famiglia
- Il servizio di pastorale liturgica della Diocesi predisporrà dei sussidi per la preghiera in famiglia nei giorni del Triduo pasquale. Verranno messi a disposizione di tutti sul sito della Parrocchia.
Decreto Presidenza Consiglio dei Ministri
” l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro di cui all’allegato 1 lettera d). Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”. (DPCM 8 marzo 2020 art.1, lettera i)
Resta in vigore la disposizione dell’autorità civile sopra ricordata. Pertanto la chiesa rimane aperta osservando scrupolosamente alle disposizioni impartite.