È giusto ammettere che è stato difficile andare incontro a una proposta così particolare, come quella di questo anno.
La preparazione dell’oratorio è stata una grande corsa contro il tempo, la voglia e l’incertezza.
Fin da subito ci siamo interrogati tutti su cosa potevamo fare difronte a questa situazione.
Il 15 giugno è iniziata questa fantastica esperienza che prevedeva di essere ligi alle regole ma allo stesso tempo liberi di rendere unico e speciale tutto questo per i ragazzi.
Il grest si sta rivelando una grandissima esperienza di crescita.
Complessa ma proprio per questo ancora più interessante.
Avere così pochi ragazzi, per esempio, è utile per conoscerli in modo più approfondito, per creare un rapporto che poi possa andare oltre a una amicizia stabilita solo per queste 4 settimane.
I ragazzi ci guardano ancora con più stima, che personalmente è quello che ogni giorno ci fa svegliare presto e arrivare alle 8.00 ad accoglierli con il sorriso stampato sul volto.
Tra noi animatori è emerso come un bisogno primario quello “di fare squadra”. Ci stimiamo e aiutiamo a vicenda ogni istante. Come obiettivo, infatti, abbiamo quello di crescere non solo come persone ma come amici veri.
Abbiamo imparato a essere ancora di più protagonisti, perché con così poche possibilità di gioco e competizione, dobbiamo essere i primi a partecipare con voglia e costanza.
Ognuno di noi, visto i pochi numeri, si sente preferito dagli altri 14 componenti del gruppo. Ognuno è voluto bene!
Tutto questo è emerso soprattutto nella giornata del 30 giugno, nel quale è venuto a farci visita una persona molto importante: il vescovo Mario.
Una giornata importante e bellissima in cui ognuno a potuto esprimere il proprio “io” e riconoscersi attraverso le parole del vescovo Mario e del vangelo letto.
«È l’amore che rende capaci di amare, come Gesù ci ha comandato. In qualsiasi posto della terra questo amore di Dio c’è. Pensate alla fede straordinaria del Centurione. La gloria è la presenza dell’amore che è dentro ciascuno di noi. »
«La preghiera, poi, è un dialogo con le tre domande più importanti della vita, gli interrogativi che hanno tutti. “Che senso ha la vita? Come si fa a pregare? Che cosa devo fare, quale è il mio compito?” Quindi, parla del senso dell’esistenza, del rapporto con Dio, della vocazione. »
Non vediamo l’ora di continuare questa avventura sempre più desiderosi di accompagnare i ragazzi seguendo le parole di Dio passate a noi attraverso il vescovo Mario Delpini.
Chiara Rapizza e Teresa Brugnoli