L’appuntamento della domenica sera è una piacevole costante della mia vita. I ragazzi delle superiori si ritrovano per un momento di raccoglimento, riflessione e divertimento.
Il mio compito, essendo passati tre anni dalla maturità, è di trasmettere a loro ciò che è stato trasmesso a me: la crescita individuale, ovvero il superamento delle proprie difficoltà e la valorizzazione dei talenti, è più entusiasmante se condivisa, ed è più fertile attraverso il messaggio cristiano.
Ci ritroviamo alle 19 per tre momenti: l’incontro, nel quale dialoghiamo su argomenti di attualità o ascoltiamo testimonianze, la cena e infine il gioco, dove ci si può distendere ed è un momento d’oro per stringere legami d’amicizia.
Ma non mancano le particolarità. Per esempio, un incontro sul Cammino di Santiago ha portato a ideare un’esperienza simile nella Bassa milanese, percorrendo in notturna una strada campestre in raccoglimento verso l’abbazia di Morimondo. O quando si gioca a bowling, o si programma una gita in montagna, al mare o alla scoperta di realtà culturali.
La preparazione dell’oratorio estivo è uno dei momenti più importanti. I ragazzi delle superiori diventano braccia, faccia, cuore di quel mese. È un’occasione importante per capire che sono diventati grandi, spendere i talenti e rendersi utili.
Un servizio che si estende a tutto l’anno, con l’aiuto nelle feste dell’oratorio, la festa di Carnevale, o il gruppo delle medie.
La corrente odierna è una navigazione apparentemente facile per i ragazzi del terzo millennio: tecnologie d’appagamento immediato, social network, accesso illimitato alla conoscenza. Ma le promesse digitali si scontrano con la realtà: l’appagamento immediato non porta alla felicità ma alla dipendenza, le relazioni dei social sono effimere, e non c’è conoscenza senza fatica e senza studio.
In quest’ottica il gruppo superiori è un’inversione di rotta, perché costruisce relazioni d’amicizia vere, di persona, con la fatica e l’impegno necessari, che portano con sé la
sana felicità.
Riccardo Barelli